Secondo un ultimo rapporto delle Nazioni Unite il numero degli haitiani che non riescono a trovare cibo a sufficienza per alimentarsi ogni giorno è prossimo ai 5 milioni su un totale di circa 12 milioni di abitanti. Le ragioni per cui la povertà ad Haiti continui a crescere sono molteplici: la prolungata fase di emergenza politica, che ha visto il culmine con l’uccisione del presidente Jovenel Moïse nell’estate del 2021, l’aumento della violenza imposta dalla bande armate che controllano il Paese, un’inflazione che sfiora il 90% annuo, la svalutazione della moneta locale rispetto al dollaro e, ultimamente, anche la grave mancanza di precipitazioni nel Paese.
Nei soli primi tre mesi del 2023 sono oltre 530 gli haitiani uccisi dagli attacchi delle bande armate e l’escalation di violenza ha reso inaccessibile ai residenti, polizia e contadini l’intera area della Valle Artibonite dove si trovano le principali risaie della nazione.
Da quando gli Stati Uniti e il Canada hanno iniziato a prendere di mira l’élite politica e imprenditoriale di Haiti con divieti di visto di viaggio e sanzioni economiche all’inizio di novembre, la violenza armata e i rapimenti da parte delle bande sono solo aumentati.
Tre centri sanitari – Gheskio nel centro di Port-au-Prince, Medici Senza Frontiere a Cite Soleil e l’Hôpital Albert Schweitzer nella Valle dell’Artibonite – hanno annunciato la sospensione delle operazioni. I quartieri precedentemente considerati pacifici sono ora diventati zone vietate.
Almeno 11 persone la settimana scorsa sono state uccise, i loro corpi e veicoli bruciati, in un attacco di rappresaglia della banda Kraze Barye nella zona di Route Frères a Petionville, ha detto Esperance. La banda è guidata da Vitel’Homme Innocent, che negli ultimi mesi ha terrorizzato i residenti sulle colline della capitale nonostante una taglia da 1 milione di dollari dell’FBI sulla sua testa.
Roberto Codazzi
Curatore di Haiti: il terremoto senza fine (People Editore)
