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Elegguá, l’Orisha bambino sincretizzato con Sant’Antonio

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altar ElegguaFiglio di Obbatalá e Yemú. È il primo del gruppo dei quattro guerrieri insieme a Oggún, Ochosi e Osun. Si dice che sia l’Orisha incaricato di aprire il cammino. I suoi giorni sono il lunedì e il martedì, e il giorno 3 di ogni mese. La sua festa si celebra il 6 gennaio e il 13 giugno. Sincretizzato con il Niño de Atocha, Anima Sola, Sant’Antonio di Padova e San Martín de Porres.

Ha come oggetto di potere il Garabato (strumento tipo un bastone non rigido utilizzato per spostare le erbe dal cammino). Possiede una collana di perline rosse e nere, che rappresentano la vita e la morte, il principio e la fine, la guerra e la pace, l’uno e l’altro. Si veste con una giacca, pantaloni aderenti e un grande cappello rosso, come quello tipico dei cuochi o un cappello di paglia. Abbigliamento rosso e nero.

Domina i quattro angoli del mondo, il centro e tutti i cammini. Apre e chiude tutte le porte e le strade ed è il responsabile del destino, del caso, della tragedia, della fortuna, del trionfo… Elegguá è il primo che si saluta dopo Eggun (morto), ed è il primo a cui si chiede permesso e si rende omaggio in ogni cerimonia Yoruba. Per questo viene rappresentato con un cocco o una pietra sacra a forma di testa, con tre conchiglie (Cauris), a formare gli occhi e la bocca.

Tradizionalmente è molto legato a Echu, che è l’incarnazione dei problemi, vive per strada, nella savana e nel monte, e se entra in casa, porta tragedia. La coppia Elegguá-Echu costituisce l’espressione della relazione tra il positivo e il negativo. Per gli Yoruba, la casa è il loro rifugio per eccellenza. Per questo, dietro la porta di casa, toccando il pavimento, risiede Elegguá, segnando con la sua presenza il confine tra due mondi, quello interno e sicuro e quello esterno e pericoloso. Ma poiché non può esserci sicurezza senza pericolo, né tranquillità senza inquietudine, da qui la coppia Elegguá-Echu.

strumenti ElegguaElegguá protegge la casa e, quando si presentano problemi, significa che è entrato Echu, il vagabondo. Come offerte, gli si pone ogni tipo di oggetto usato nei giochi infantili, ogni tipo di chiavi, cappello di guano, pepite d’oro o monete d’argento, bastoni di montagna, cocchi secchi decorati, e sempre in offerta gli si dà acquavite, tabacco, mais tostato, cocco, panini, dolci ecc.

I balli di Elegguá

Quando questo Orisha possiede una persona, corre a posizionarsi dietro la porta, che è il suo luogo rituale. Salta e si agita come un bambino, fa smorfie e simula giochi infantili; fa scherzi agli spettatori, anche movimenti erotici e continua a fare il monello. Gli si consegna sempre un garabato con cui simula di spostare la vegetazione, facendo finta di aprire le strade. È solito ballare su un piede e girando su se stesso. Con questi balli si cerca di imitare i giri inaspettati del destino, della fortuna, delle diverse alternative, a volte felici, altre volte disgraziate.

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