“Un libro deve essere un’ascia per rompere il mare di ghiaccio che è dentro di noi”.
(Franz Kafka)
Il mercato editoriale internazionale porta avanti da anni interventi di ristrutturazione della propria filiera produttiva, soprattutto per gli impatti delle tecnologie digitali. Negli ultimi anni in Brasile le notizie sulla chiusura di molte librerie fisiche, l’indebitamento dei gruppi editoriali e le fusioni e acquisizioni del settore sono diventate frequenti nelle cronache, generando apprensione tra i diversi professionisti. Tra gli ultimi movimenti, il principale risultato è una maggiore oligopolizzazione del settore e la precarietà delle relazioni. La pandemia di Covid-19 ha accelerato i processi di ristrutturazione del mercato editoriale e, per molte piccole e medie imprese, ha reso necessaria la ricerca di percorsi alternativi.
Un ampio sondaggio pubblicato lo scorso anno, condotto da CBL (Brazilian Book Chamber), SNEL (National Union of Book Publishers) e dalla società di consulenza Nielsen Book ha mostrato che nel 2020 il mercato editoriale brasiliano ha venduto 354 milioni di libri e ha guadagnato R$5.17 miliardi, registrando un calo nominale dell’8,8% rispetto al 2019. Sono stati stampati 314 milioni di volume. Dei 46mila titoli pubblicati – il 17,4% in meno rispetto all’anno precedente – 11.295 erano nuove uscite.
Per quanto riguarda i principali canali distributivi, le librerie fisiche hanno rappresentato nel 2020 il 30,3% delle vendite, rispetto al 41,6% dell’anno precedente. Le librerie esclusivamente virtuali rappresentavano il 24,8% nel 2020, rispetto al 12,7% dell’anno precedente. Il canale internet/market place nel 2020 rappresentava l’8,1%, l’anno precedente il 5,2%. La crescita della quota delle librerie esclusivamente virtuali sui ricavi degli editori in Brasile è stata dell’84%. Una cosa simile è successa anche in altri paesi.
Il processo di concentrazione del mercato editoriale nelle mani di grandi gruppi editoriali sempre più integrati con colossi della logistica, come Amazon, ha avuto un aumento durante la pandemia, ma ha anche stimolato delle resistenze.
Di fronte ai giganti
In Brasile, dopo un’e-mail di Amazon che richiedeva ai fornitori di libri ulteriori sconti, l’Unione nazionale degli editori di libri (SNEL) ha inviato ai suoi 550 membri il documento “Per un ambiente di lavoro sano”, datato 29 marzo 2021, che affronta le pratiche commerciali create o intensificate a seguito della pandemia di coronavirus.
Il documento afferma che una politica di sconti eccessivi che raggiungono il 70% del valore di copertina, “incide drammaticamente sui margini di guadagno di editori e librerie, che accompagnano il deprezzamento del valore commerciale e culturale dei loro prodotti, che, in ultima analisi, indebolisce la bibliodiversità brasiliana. L’aumento della varietà dei titoli che circolano nella società e l’ampliamento dei tassi di lettura nel Paese sono bandiere perenni e prioritarie nelle nostre posizioni in ambito politico, sociale ed economico”.
Gli indipendenti delimitano il loro spazio
In concomitanza con le azioni di resistenza alle logiche commerciali dei grandi gruppi editoriali e dei colossi della logistica, il settore librario in Brasile e in altri paesi registra una performance incoraggiante dei piccoli e medi editori indipendenti, guidati dalla valorizzazione dei nuovi talenti nazionali o traduzioni di autori poco conosciuti a livello internazionale
Le vendite attraverso il sito web dell’editore, l’offerta di spedizione gratuita e l’utilizzo di lettori digitali hanno costituito le strategie di questi editori. Le tirature minori, la riduzione dell’investimento iniziale per i lanci e la scommessa sul canale B2C (Business to Consumer), vendendo direttamente ai lettori, ha portato ottimi risultati.
Libreria Gato sem Rabo e il variegato universo dei lettori
Degne di nota sono anche le iniziative sensibili alle richieste che il mercato disprezza perché non soddisfano le esigenze di scala delle grandi strutture commerciali. Ne è un esempio l’apertura a San Paolo della Libreria “Gato sem Rabo” (Gatto senza coda, una metafora della femminilità castrata) – nome tratto da Una stanza tutta per sé, di Virginia Woolf – privilegiando nella sua offerta “gli scritti delle donne e gli incroci che questa definizione racchiude”, come sostiene la proprietaria Johanna Stein. La libreria mira a dare visibilità a “uno sguardo da queste altre prospettive: di donne, dissidenti, corpi non binari, principalmente del Sud del mondo” che osano confrontarsi con il mainstream del Vecchio Mondo. Il nuovo deve portare queste qualità.
Aratro ritorto
Un bell’esempio di romanzo regionale che ha infranto i confini e stabilito incontri significativi tra diverse soggettività è Aratro ritorto di Itamar Vieira Júnior (pubblicato in Italia da Tuga Edizioni), vincitore del premio LeYa portoghese 2018 e del premio Jabuti brasiliano 2020, che ha venduto più di 100.000 copie nel suo primo anno.
Riflettendo l’atmosfera dell’interno del nord-est brasiliano, la trama del libro Aratro ritorto pone il lettore davanti alla siccità, alla violenza contro le donne, alle pratiche ereditate dal periodo della schiavitù, che ancora rimangono nei rapporti di lavoro e ad altri tipi di oppressione nelle campagne.
Il libro invita a riflettere sulle continuità di un Brasile arcaico in contrasto con la modernità sempre ricercata.
Con protagoniste donne, il romanzo riecheggia le rivendicazioni sociali di un Brasile sottoposto all’ennesimo assalto conservatore (governo Bolsonaro) ma che resiste e scommette sul desiderio di un’altra socialità, liberata dal peso del passato.
Ampliando lo sguardo
In un mondo sempre più interconnesso e interdipendente (sebbene asimmetrico) in cui il capitale opera su scala globale, una buona comprensione della contemporaneità richiede una visione più ampia, riconoscendo somiglianze e differenze tra territori e culture differenti, al fine di consolidare forme di complementarietà, resistenze e solidarietà.
L’Altro conta. Siamo relazionali, quindi è con l’Altro che possiamo crescere e migliorare.
E questo Altro può essere ai margini, o anche al centro. L’incontro può svelare segreti e rivelare noi stessi.
La letteratura si rafforza con questa prospettiva e diventa un mezzo di resistenza e di libertà.
Povero è colui che ne ha paura.
Arnaldo F. Cardoso