Nelle Americhe si manifesta un culto peculiare, devoto a una figura non inclusa nei calendari liturgici, ma che conta su un esercito di milioni di fedeli. Conosciuta con vari nomi, tra cui Niña blanca o bonita (Bambina bianca o carina), questa divinità risulta affascinante ma anche controversa.
Origini e diffusione della Santa Muerte
Il 31 ottobre di ogni anno, a partire dal 2001, si commemora il compleanno della celebre Santa Muerte di Tepito, la prima ad essere esposta pubblicamente e a catalizzare l’ampia diffusione del suo culto in Messico, negli Stati Uniti, e perfino in Europa e Asia. Questa data costituisce un momento significativo di riflessione e valutazione. In Messico, le analisi e le ricerche su questa venerazione hanno invaso i dipartimenti di antropologia, storia e sociologia.
Resistendo alle persecuzioni dell’Inquisizione, che le aveva proibite nella Nuova Spagna (l’attuale Messico e Centroamerica), le rappresentazioni in legno della Santa con la Falce furono nascoste da famiglie umili e indios durante il periodo coloniale (1521-1810) e oltre. Alcune antiche raffigurazioni della Morte, portate in America dalla Chiesa per convertire gli indigeni e per le processioni del Venerdì Santo, furono riadattate per pratiche “pagane” e sopravvissero fino al XX secolo, gelosamente custodite da alcune famiglie o conservate in musei di provincia.
Il culto, inizialmente riservato a nuclei familiari e a zone rurali e urbane marginali e popolari, negli anni ’90 conobbe una diffusione così ampia da generare il mito della Narco Santa e della Madonna dei Criminali. Questo fenomeno, inizialmente considerato una semplice superstizione, fu oggetto di analisi da parte di ricercatori e giornalisti di tutto il mondo, che iniziarono a esaminarlo più approfonditamente nei primi anni del Duemila.
L’intronizzazione della Morte santificata come icona popolare messicana avvenne dapprima clandestinamente, ma successivamente la Santa Muerte emerse dall’ombra, divenendo una figura virale, nazionale e mondiale. Questo fenomeno, sebbene controverso, si diffuse rapidamente dopo che Enriqueta Romero espose la sua statua della Santa scarnificata nel quartiere di Tepito. L’altare pubblico divenne un punto di riferimento per i fedeli, i media, gli accademici e i turisti, costruendosi una fama mondiale.
La Santa Muerte: un culto controverso fra tradizione e modernità
Il Messico e Tepito condividono più di quanto si possa immaginare a prima vista. Le vocali dei loro nomi si susseguono nello stesso ordine e vibrano all’unisono, ma pochi sono coloro che riescono a sintonizzarsi sulle loro frequenze. Tepito è spesso considerato dagli stranieri un’enclave di rarità, scarti e pericoli, mentre il Messico viene spesso etichettato come buono o cattivo. Tuttavia, le sillabe che compongono il nome di questo quartiere e dell’intero paese viaggiano allo stesso ritmo, simboleggiando quanto abbiano in comune: una mescolanza di radici e tradizioni popolari rese ancora più complesse dalla modernità e dalla postmodernità neoliberali. Qui, il passato artigiano si scontra con la globalizzazione, mentre l’allegria nella danza e nella cucina tradizionale si scontra con la precarietà della vita e della morte. È come trovarsi sulla frontiera e nell’entroterra allo stesso tempo.
Alfonso Hernández, massimo esperto del culto alla Santa Muerte e guida spirituale per coloro che si avventurano in questi territori, sottolinea la complessità di navigare tra gli altari di strada e il doppio senso della vita e della morte che permea questo contesto. Per i devoti della Santa Muerte, esiste una morte addomesticata, celebrata all’inizio di novembre come attrazione turistica e rivendicata come tradizione culturale, ma c’è anche la Santissima Muerte, che opera tutto l’anno e sfugge al controllo delle istituzioni religiose. Questa figura non offre solo favori e miracoli, ma fornisce anche “amarres”, legamenti che possono far ritornare l’amato o garantire protezioni speciali contro la sfortuna e gli incantesimi. Mentre le donne si prendono cura amorevolmente degli altari dedicati alla Santa Muerte, gli uomini cercano spesso di sfruttare il suo potere per ottenere vantaggi personali.
Gli altari dedicati alla Santa Muerte, sparsi per le strade di Tepito e dintorni, sono vari e multiformi. Ogni statua della Santa è vestita e adornata in modo diverso, riflettendo le richieste e le devozioni dei fedeli. Dalle strade principali alle viuzze più remote, la presenza della Santa Muerte è tangibile, evocando un senso di mistero e fascino.
Tuttavia, al di là della superficie, c’è una storia complessa e controversa che riguarda l’origine e lo sviluppo di questo culto. I primi tre spazi devozionali della storia contemporanea della Santa Muerte sono sorti proprio in questa zona, a poche centinaia di metri l’uno dall’altro. Tuttavia, l’associazione religiosa fondata da Padre David Romo, che tentò di istituzionalizzare il culto della Santa Muerte, finì per essere coinvolta in scandali e controversie, portando alla sua condanna e imprigionamento nel 2011. Nonostante ciò, il santuario rimane aperto e continua ad essere un punto di riferimento per i devoti.
Santa Muerte: un culto in evoluzione
Il culto alla Santa Muerte continua a prosperare, adattandosi alle innovazioni culturali e alle influenze esterne, mentre si radica sempre più nel tessuto sociale di certe zone del Messico e oltre. In questo contesto di rivalità, sincretismo e cooperazione tra altari e quartieri con identità distinte, gli adepti e i custodi delle statue e dei santuari lasciano un’impronta indelebile, plasmando il culto secondo le loro esperienze e prospettive individuali.
Nel cuore di Tepito, lo spazio di Alfarería 12 rimane uno dei luoghi più rinomati e frequentati non solo del Messico, ma anche del mondo intero. Qui, il negozio-oratorio di Alarcón 38 ha riacquistato la sua indipendenza dopo una breve parentesi con la ISCAT di Romo, celebrando ogni prima domenica del mese un rosario a cui partecipano una ventina di persone. Mentre il santuario della chiesa di Romo, ora gestito da Padre Juan Carlos, offre una struttura più tradizionale con messe quotidiane concentrate maggiormente sui temi economici che sul culto della Santa Muerte.
I modelli rituali e le innovazioni devozionali che caratterizzano il culto nel Triangolo d’Oro sono rimasti fedeli alle loro origini, con rosari pubblici per le strade e messe in stile cattolico. Tuttavia, nuovi fenomeni stanno emergendo, come gli altari itineranti e gli officianti del culto contrattati per cerimonie specifiche, mentre i sincretismi con altre credenze e religioni si moltiplicano.
Nel contesto di una crescente commercializzazione del culto, con la nascita delle prime riviste dedicate alla Santa Muerte e la vendita di prodotti esoterici associati, l’economia e la ritualità della devozione stanno subendo cambiamenti radicali. La migrazione e l’espansione mediatica stanno giocando un ruolo chiave nella diffusione globale del culto, portando la Santa Muerte dall’entroterra del Messico ai luoghi più remoti del pianeta.
In questo contesto di cambiamento ed evoluzione, è importante ricordare le radici del culto, che affondano nel cuore stesso del Triangolo d’Oro. Nonostante tutte le innovazioni e le influenze esterne, la Santa Muerte rimane una figura potente e rilevante per coloro che cercano conforto e protezione in un mondo sempre più incerto.