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La sabiduría, Eduardo Pinto, 2019

3 amicheTre amiche, Luz, Tini e Mara, partono per un breve soggiorno nelle Pampas. Hanno affittato una casa all’interno di un ranch chiamato La sabiduría dove saranno del tutto isolate, senza internet né telefono.

La madre di Tini raccomanda di non andare: «Se vai, non tornerai».

Ognuna delle tre ragazze ha motivo di allontanarsi da situazioni che le opprimono, relazioni tossiche sul lavoro, in famiglia, in amore.

Durante il viaggio investono un animale, forse un cane, forse una pecora, non riusciamo a identificarlo, è un presagio indistinto e lascia una abnorme scia di sangue.

Ancora lungo la strada incontrano uno spaventapasseri costruito con legno e ossa. In cima, un teschio di cavallo. Un uomo si avvicina portando un fantoccio simile.

Arrivate alla destinazione, una pianura di acqua e campi infinita, il gestore del ranch le accoglie e le invita a una festa che si terrà la sera stessa in una stalla.

Delle tre, Tini è la più in sintonia con la natura. Prende subito contatto con l’ambiente. Anche il sangue mestruale che le scende lungo le gambe sembra sancire la sua unione con il luogo.

Nella casa in affitto trovano un baule pieno di abiti di foggia tradizionale. Si cambiano ed escono per unirsi alla festa dove vengono coinvolte in una sorta di rituale allucinatorio che segnerà un punto di svolta e porterà alla luce un mondo brutale, folle e perduto nel passato a causa dell’ossessione di un uomo, di una famiglia, di un territorio intero.

Tini sparisce la sera stessa. Le altre due dovranno difendersi e combattere per sopravvivere. Sono finite dentro un sistema in cui donne e bestie, religione e credenza, passato e presente sono confusi e intrecciati in modo irrimediabile.

danielFin dall’inizio, i temi del machismo e della misoginia emergono sia nelle conversazioni delle tre amiche sia nel comportamento dei gauchos. In modo superficiale emerge anche la lacerazione dovuta allo scontro di culture tra questi ultimi e i nativi, insieme al contrasto tra mondo cittadino (le ragazze sono di Buenos Aires) e mondo selvaggio delle Pampas. È un peccato che molti dei segni disseminati nell’arco della storia rimangano in sospeso.

Temi poco approfonditi vengono giocati all’interno di una generica critica al patriarcato mentre sui corpi delle donne si gioca la partita più importante del film.

Il paesaggio finisce per sostenere il peso di tutta l’opera conferendole fascino e forza visiva.

Laura Bucciarelli

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