Il conflittuale rapporto tra l’uomo e la natura diviene l’emblema di uno dei classici della letteratura ispanoamericana: Il vecchio che leggeva romanzi d’amore (Un viejo que leía novelas de amor), romanzo d’esordio del celebre scrittore e regista cileno Luis Sepúlveda (Ovalle 4 ottobre 1949 – Oviedo 16 aprile 2020), pubblicato nel 1989 e per la prima volta in Italia nel 1993 da Guanda Editore.
Un romanzo breve dal carattere favolistico in cui l’autore, con un accurato registro linguistico poetico e descrittivo, introduce il lettore nel puro mondo della foresta amazzonica dell’Ecuador, dove la specie animale è pronta a proteggere la sua terra ribellandosi al dominio di quella umana; un’opera che enfatizza il contrasto tra due universi costituiti da differenti leggi e valori.
Sepúlveda, per esporre i pensieri dei personaggi, crea la sua favola utilizzando un narratore onnisciente e dei dialoghi uniti ai monologhi interiori del protagonista Antonio, ricorrendo all’uso dei flashback che ne narrano il passato. Antonio è un ex colono sessantenne che vive a El Idilio, un villaggio vicino alla foresta governato da un giovane sindaco che odia il mondo naturale al punto di volerlo distruggere, e lì vive anche un dentista che cura gli abitanti e inizierà Antonio alla lettura dei romanzi d’amore.
Il passato del protagonista è diverso da quello del popolo di El Idilio poiché lui e la moglie Dolores hanno vissuto nella foresta con gli indigeni shuar. Dopo la morte di Dolores, Antonio resta per molti anni con gli indios continuando a imparare a vivere immerso nella natura, a trovare frutti commestibili, amare gli animali, praticare la caccia e la pesca, seguire i riti e la cultura degli shuar. Una volta esiliato dalla tribù, decide di trascorre la vecchiaia in una delle capanne di El Idilio leggendo romanzi d’amore. Apprende, così, a sognare insieme ai personaggi delle storie fittizie, a viaggiare tra i luoghi lontani descritti nelle trame evadendo dalle barbarie dell’uomo. Ma arriverà il momento in cui dovrà affrontare la sua amata natura: un abitante del villaggio viene ucciso da un tigrillo femmina poiché i suoi cuccioli sono morti per mano di quest’uomo. Da lì il suo desiderio di vendetta su tutti gli altri uomini; ci sarà una caccia all’animale con Antonio tra i cacciatori che combatterà da solo contro il tigrillo.
Ne Il vecchio che leggeva romanzi d’amore, Sepúlveda realizza una vera e propria favola e, come in tutte le favole, emerge qui una morale finale per far riflettere il lettore: preservare l’ambiente naturale dall’uomo che prova a distruggerlo a causa dei suoi interessi. Fin dall’inizio dell’opera lo scrittore mette in risalto questa morale facendo vivere al suo pubblico le bellezze e la purezza di una natura vittima dell’uomo, descrivendoci con meticolosità tutti gli elementi che compongono la foresta, rappresentando gli animali con delle caratteristiche umane, ponendo sullo stesso piano il mondo naturale e quello umano.
Il romanzo ricalca uno dei più importanti temi della storia sudamericana, ossia la scoperta del Nuovo Mondo da parte degli stranieri occidentali, qui illustrata dalla presenza degli indios shuar, abitanti dell’Ecuador. Di fatto Sepúlveda, quando narra del periodo trascorso da Antonio con la tribù, ci mostra la cultura e il differente modo di vivere degli indigeni legati alla natura presentando l’esistenza di un mondo in contrasto con quello occidentale, donando così una peculiarità saggistica e antropologica alla sua favola, e facendo conoscere al lettore i valori di un popolo diverso attraverso la realtà shuar, ossia la realtà di quegli indigeni che fin dal Cinquecento hanno dovuto adottare un atteggiamento di difesa contro i colonizzatori per preservare le loro terre, per cui tutt’oggi gli shuar sono il simbolo di un popolo sopravvissuto che è riuscito a mantenere il dominio del suo mondo naturale; in quest’ottica, lo scrittore crea un’analogia con il tigrillo, animale che prova a difendere la propria “natura”.
Oltre alla ricchezza degli argomenti costitutivi dell’intreccio, in quest’opera Sepúlveda intende fa conoscere al lettore il potere della letteratura, capace di far emozionare, sorprendere, sognare ed evadere dalla realtà circostante e lo fa proprio attraverso la storia del protagonista Antonio, che rappresenta il lettore che decide di rifugiarsi nel mondo fittizio dei romanzi per essere felice e dimenticarsi di un reale mondo spietato, portatore di ingiustizie.
Carmela Piccirilli